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BAZIN dal 4 Ottobre 2022

BAZIN
Di Giancarlo sepe
André Bazin nato il 1918 e morto nel 1958 è stato il creatore dei Cahiers du cinema e colui che ha trasformato i giovani critici rendendoli poi registi, creando “ la nouvelle vague “. Critico e teorico del cinema, con la sua salute cagionevole non aveva mai perso la gaiezza, né la forza del ragionamento, Bazin era la logica in persona, l’uomo della ragion pura, un dialettico meraviglioso. Egli diceva: “ la funzione del critico non è quella di portare, su un piatto d’argento una verità che non esiste, ma quella di protrarre il più a lungo possibile nella intelligenza e nella sensibilità dei suoi lettori, l’impressione ricevuta dall’opera d’arte “ . Odiava il montaggio e amava il piano sequenza, odiava la morte come atto non riproducibile sulla pellicola perché contraria alla creazione. Cattolico e comunista, nella sua sintesi critica amava dire che il cinema dovrebbe cercare di esprimersi tra Lumiere e Melies: un’insieme tra didattica e fantasia. Per questo non era amato da nessuno.
Come in un film surreale lo spettacolo non ha una narrazione legata alla logica, anzi, sembra che il tutto sia raccontato da un uomo che sente di dover morire, e in quel momento, per paura di dimenticare qualcosa, parla della necessità del cinema e della sua arte. Cos’è la paura di dimenticare la cosa più bella del mondo? Un incubo, una giostra infernale, come se gli stessi attori di cui lui racconta si facessero avanti per non essere dimenticati, e non solo loro, ma anche il pubblico si fa avanti, perché sta per perdere il suo cantore, il suo mentore e non avrà più chi potrà ricordare loro la magnificenza di Chaplin. Non è detto che quel che succede sulla scena corrisponda alla verità: Bazin potrebbe essere anche un contenitore, o una metafora dell’intellettuale, messo ai margini della storia, un diffidato, uno schedato dall’establishment, uno che non raggiungerà mai il potere.
Gli sono vicini la moglie Janine ( produttrice cinematografica ) e i personaggi dei suoi film preferiti: tra Clair , Renoir, Carnet…
Con questo spettacolo il teatro La Comunità festeggia i suoi 50 anni di attività ( 1972-2022)
Giancarlo Sepe
Personaggi ed interpreti
Bazin PinoTufillaro
Il Nazista Giuseppe Arezzi
Il Pilota Andrè Marco Celli
Janine Margherita Di Rauso
Batala David Gallarello
Christine Claudia Gambino
Lisette Francesca Patucchi
Severine Federica Stefanelli
Robert Guido Targetti
in Collaborazione con Diana O:R:I:S - Fondazione Teatro della Toscana
Con il Contributo Della Regione Lazio
Entrata Riservata ai soci
Dal MARTEDì al SABATO ore 21.00 - DOMENICA ore 18
(riposo lunedì)

in scena da giovedì 11 gennaio 2018
WERTHER a Broadway
uno spettacolo di GIANCARLO SEPE
personaggi e interpeti
Perdicano Massimiliano Auci
Stella Sonia Bertin
Werther Marco Imparato
Rosina Federica Stefanelli
Camille Adele Tirante
Scene Alessandro Ciccone
Costumi Lucia Mariani
Musiche Davide Mastrogiovanni
a cura di Harmonia Team
Disegno luci Guido Pizzuti
Assistente costumi Tita Cuccia
Organizzazione Grazia Sgueglia
Ufficio Stampa Luana Nisi
Produzione Teatro La Comunità
Werther a Broadway ideato e diretto da Giancarlo Sepe, è un fantasioso viaggio del protagonista del romanzo epistolare di Goethe nel mondo del teatro americano degli anni Cinquanta, con echi di café chantant e teatro brechtiano.
Dopo Washington Square e Abecedario Americano Giancarlo Sepe chiude la trilogia dedicata al mondo dell’America degli Stati Uniti, fra gli anni quaranta e cinquanta, con Werther a Broadway.
“Werther, il personaggio romantico creato da Goethe, che scrive lettere all’amico Guglielmo, per confidarsi con lui del suo impossibile amore per Lotte, donna già impegnata, quindi non disponibile… Werther che pensa all’amore pur schiacciato, nella sua terra di Germania, in guerre sanguinose che umiliano i suoi sentimenti di pace, Werther che prima di darsi la morte, da lui fortemente voluta, ripara in America, a Broadway, capitale del teatro, in un viaggio della speranza dove, forse, cerca di dimenticare la sua donna ‘proibita’…
Attraversato l’oceano, incontra il teatro: un dedalo di passioni avvolgenti, dove si parla d’amore con le parole di Non si scherza con l’amore di Alfred De Musset. Attori che recitano e rappresentano i sentimenti sulla scena, che a volte non solo recitano, ma vivono sulla loro pelle, in un avvicendarsi di verità e finzione. Storie vere di camerino e storie finte di palcoscenico…
Si salverà il giovane Werther dai suoi neri propositi di morte?” (Giancarlo Sepe)
TEATRO LA COMUNITA’ via Giggi Zanazzo 1 (p.zza Sonnino – Trastevere)
Orario degli spettacoli: giovedì, venerdì e sabato ore 21 – domenica ore 18
Biglietti: Intero € 15,00 - Ridotto €10,00 - Entrata riservata ai Soci - Tessera associativa € 3,00
Info e/o prenotazioni: 06 581 7413 – 339 589 8413 info@teatrolacomunita.it
GERMANIA ANNI 20

TEATRO LA COMUNITÀ
FINO al 21 maggio
WASHINGTON SQUARE
(Storie Americane)
uno spettacolo di Giancarlo Sepe
ispirato al romanzo di Henry James
Dal 30 marzo al Teatro La Comunità il nuovo spettacolo di Giancarlo Sepe Washington Square (Storie Americane) ispirato al romanzo di Henry James. Le repliche proseguiranno fino al 7 maggio dal giovedì alla domenica.
Lo spettacolo, presentato dalla Compagnia Orsini in collaborazione con la Compagnia del Teatro La Comunità diretta da Giancarlo Sepe, è interpretato da Sonia Bertin, Marco Imparato, Silvia Maino, Pietro Pace, Emanuela Panatta, Federica Stefanelli, Guido Targetti, Adele Tirante e con Pino Tufillaro. Le scene e i costumi sono di Carlo De Marino, le musiche sono a cura di Davide Mastrogiovanni e Harmonia Team, il disegno luci è di Guido Pizzuti.
Washington Square con il sottotitolo Storie Americane è, nello spettacolo di Sepe, un pamphlet dedicato alla lotta delle donne americane per ottenere la parità dei diritti. Un viaggio al femminile nella storia americana tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento.
Al centro della storia Catherine Sloper, minuta, insignificante e scialba di cui il padre, famoso medico della città, ne soffre le pochezze intellettuali e caratteriali, e che malvolentieri si trascina dietro per feste e balli.
In un ballo appunto la ragazza incontra Morris un bel ragazzo che si dice innamorato e pronto a sposarla. Il dottor Sloper si oppone energicamente, sicuro che il giovane sia più attratto dal suo patrimonio che dalla bellezza della figlia, inesistente.
Si scontra però con l’ostinazione di Catherine che cerca di sposare consapevolmente l’uomo "sbagliato", per esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione, contro il parere dell'integerrimo padre e contro la società perbenista e puritana dei salotti “bene” di una New York tra la guerra di secessione e i primi anni Venti.
In Storie Americane, le vicende della più che benestante famiglia Sloper, si incastonano con quella delle famiglie che, emigrate dall’Europa, hanno creato il Nuovo Mondo, sopportando ogni tipo di disagio e di lotta per arrivare ad ottenere una terra e creare il loro futuro.
La scena è quella di una sala del museo cittadino dove le storie si dipanano tra cerimonie, matrimoni, funerali, nascite, esecuzioni, e feste nazionali, manifestazioni di suffragette, canzoni e ballate, in un susseguirsi di visioni del pensiero e della realtà cittadina, che al pari della storia della famiglia Sloper, si racconta tra solennità religiose e balli, agnizioni (l’apparizione dei familiari defunti) e romanze musicali, tutti alle prese con la nuova società americana: ingenua, puritana e violenta.
“James è uno scrittore essenziale e cattivo, che condanna senza ascoltare ragioni o alibi, egli fa dei sentimenti dei veri e propri mostri che popolano la mente dei suoi personaggi e gli ambienti dove essi vivono. James non concede tregua ai nostri sentimenti che hanno voglia di raccontarsi, invece che essere liquidati con piccole esternazioni cupe e cattive (come fa il dottor Sloper), egli non concede spazi alla festa dell’amore, la chiude invece in una esperienza di morte da cui non riesce più a liberarsi, una morte fatta di silenzi e di remissione dei peccati, quelli di sopravvivere a chi non c’è più. Si dice sempre che quelli che vanno via sono i migliori, allora quelli che restano non contano nulla, sono innocue figure fatte di dabbenaggini e di animi popolari che non amano le raffinatezze. Resta un’America che si celebra pensando però più ai morti che ai vivi” (Giancarlo Sepe)
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TEATRO LA COMUNITA’ – via G. Zanazzo 1
Orario degli spettacoli:
giovedì, venerdì e sabato ore 21 – domenica ore 18
Biglietti
Intero € 15,00
Ridotto €10,00
Tessera associativa € 3,00
Info e/o prenotazioni: 06 581 7413 – 329 167 7203

19 | 20 | 21 | 22 | Gennaio 2017
Teatro La Comunità
TORNO ALLA VITA
Opera Musicale di Toni Fornari e Dino Scuderi
Regia
Francesco Sala
Con
Mariano Riccio
Francesco Sgro
Paolo Gatti
Massimo Cimaglia
Gabriella Borri
Valeria Girelli
Assistente alla regia Arianna Argenti
Scene e costumi Fabiana Di Marco
Assistente di produzione Sonia Mingo
Responsabile di produzione Vittorio Stasi
Ufficio Stampa Maya Amenduni
Foto di scena Tommaso Le Pera
Disegno Luci Guido Pizzuti
Produzione Alterego Teatro
NOTE DI REGIA
Quando accade in famiglia si è letteralmente sbalzati. Ci si può risvegliare ogni giorno e avere la sensazione di vivere una vita apparentemente non vissuta. Questo testo vuole comunicare un’esperienza. Con le disabilità è così. Nessuno pensa possa capitare proprio a noi e la nostra vita però cambia per sempre. Il malato vive in un suo tempo, in suo spazio. E chi gli sta intorno? La situazione è del tutto unica, la patologia sconosciuta, i rapporti famigliari intrecciati a filo doppio e un cedimento possono svelare aspetti segreti del sé, nascosti, imprevedibili, inconfessabili. C’è un medico coraggioso, un farmaco che può dare speranza. La malattia allora è sormontabile, quasi più degli affetti. Il nostro paziente si risveglierà? Lui è una persona che come in teatro è specchio che riflette le altre figure. Le reazioni del malato, quelle dei familiari, il martirio scientifico di un medico di talento che prova a salvarlo. La famiglia generalmente intesa, in questo lavoro non suscita compassione. È in atto un processo di apprendimento sulla diversità e sull’essere genitori-figli-fratelli-compagni: ” lui comunica in un altro modo” dirà la madre del figlio che non si risveglia dal suo stato catatonico. Si può comunicare aldilà delle parole. Questo fa il teatro: accede in un mondo diverso, forse sconosciuto, impresentabile, impenetrabile; un non-mondo, come quello di certe disabilità gravi. E proprio per questo forse più vero. Noi cerchiamo di entrarci con rispetto con gli strumenti dell’invenzione e della fantasia, anche con qualche alleggerimento e con la delicatezza che occorre in questi casi.
Francesco Sala
Teatro La Comunità
Via Zanazzo, 1 P.zza Sonnino 00153 Roma
Orario spettacoli: ore 21.00 – Domenica ore 18.00
Prezzo biglietti: intero €15,00 – ridotto €12,00
Tessera associativa € 3,00
Info e prenotazioni:
tel 06/5817413 – +39 329/1677203
www.alteregoteatro.com